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CONCORSO INTERNAZIONALE DI IDEE
RICONFIGURAZIONE SPAZIALE DELLA CATTEDRALE DEL CASTELLO ARAGONESE DI ISCHIA
Descrizione delle Scelte di Progetto
E’ intenzione del progetto creare un forma che si mimetizzi tra le rocce e il cielo, come se fossero delle nuvole passeggere che coprono “lo scoglio” in quel punto. La copertura vista da lontano durante il giorno si perde tra i colori del cielo, i riflessi del mare e il giallo del tufo, di notte fa da eco alla presenza della cattedrale nel castello, creando un punto focale molto forte, un punto di riferimento visibile anche da mare. L’idea si concretizza mediante l’utilizzo di una copertura composta da tre veli morbidi e sinuosi che vanno in contrasto con la severità medievale del castello, composto da forme geometriche nette, pesanti e superbe. La copertura proposta prende spunto da una serie di immagini tipiche del mediterraneo: il bianco delle coperture voltate sulle case mediterranee, le vele delle barche e le onde del mare. Secondo la leggenda l’isola di Ischia, così come il castello sono emersi da eruzioni subacquee
..”chi pigli a parlare o a scrivere intorno all’isola d’Ischia deve tenersi presto a rispondere…: Quando l’altero scoglio emerse dalle onde glauche”
”Sali’ un giorno, un gorgoglio di sotto, un effervescente ribollimento…”
La copertura proposta intende simbolicamente rievocare l’intrinseco legame del isola del castello aragonese con il mare. E’ proprio questo stretto e continuo legame con il mare che genera la forma organica della copertura, quasi come se fossero le ultime onde che scendono dall’isolotto, dalle quali prende vita la nuova copertura della cattedrale. I “veli” posti a copertura della cattedrale lasciano respirare la struttura esistente lasciando intatto il fascino di rudere aperto sul panorama; L’andamento sinuoso della copertura ha l’intento di creare uno spazio interno da dove sia comunque possibile intravedere il cielo che per anni è stato l’unico tetto della cattedrale. L’intervento di copertura dell’intera struttura della cattedrale ha come intento la protezione delle strutture murarie esistenti e delle superfici degli stucchi dal deterioramento dovuto alla continua azione degli agenti atmosferici. La forma aerodinamica e sinuosa della copertura canalizza i venti, sfrutta i flussi d’aria naturali per la ventilazione degli ambienti interni, ma protegge a tempo stesso gli stucchi dall’azione eolica erosiva, dal dilavamento dovuto alle piogge e dalla salsedine.
Cattedrale e Cripta
Con la realizzazione della copertura lo spazio-rudere esistente diventa egli stesso protagonista della struttura proposta. L’idea è quella di creare un ambiente caratterizzato da una spazialità libera e flessibile, non ci sono porte, ingressi principali, finestre, muri, c’è un solo ambiente scandito dalla sinuosità della copertura che suggerisce punti di vista panoramici, valorizza in modo effimero la persa spazialità delle capriate delle navate laterali, della cupola, della zona absidale. Lo spazio diventa coperto ed atto a vari scopi, la struttura muraria esistete rimane l’indiscussa protagonista della scena, conservando così il fascino di rudere aperto sul panorama circostante. L’infrastrutturizzazione dell’interno è minima, mutevole e flessibile, fatta di strutture mobili, pannellature espositive, oscuranti, il tutto controllato da sistemi low tech fatti di cime e carrucole, che ricordano il legame della cultura mediterranea con il mare e le imbarcazioni a vela. Particolare importanza nella riconfigurazione spaziale della cattedrale è il materiale usato per la copertura. Gli interventi nella cripta sono minimizzati e mirati alla massima flessibilità e funzionalità degli ambienti. La cripta in particolare conserva l’attuale funzione di sala espositiva. L’intervento propone un pavento galleggiante con finitura in resina poggiato sull’esistente massetto in cemento. Tale intervento permette il passaggio di tutti gli impianti per garantire l’ideale illuminazione degli ambienti espositivi in relazione alle esigenze della mostra. Il pavimento proposto ricalca dolcemente il contorno della cripta senza mai toccarne le pareti. In cui è riposta una fascia luminosa posta a terra che segue la geometria dell’ipogeo, la parte centrale è sprovvista di illuminazione, in quanto i faretti sono puntati sulle volte, mentre negli ambienti laterali, sono immersi in cubi di luce. Questa scelta permette di avere zone d’ombra e zone di luce che cercano di riprodurre i giochi di luce degli ambienti marini.
Reversibilità e Sostenibilità
Due parametri importanti sono stati utilizzati nelle fasi che hanno portato alla redazione del progetto e sono quelle della reversibilità e sostenibilità. Il primo parametro è richiesto espressamente dall’ente banditore del concorso, in particolar modo per quanto riguarda la copertura della zona absidale e della navata centrale. Reversibile in quanto future scoperte archeologiche potrebbero suggerire una lettura diversa degli attuali ruderi e favorire soluzioni progettuali allo stato non immaginabili. Il concetto di reversibilità, oltre ad essere un valore aggiunto al progetto, ha dato molti stimoli in fase di progettazione in modo da arrivare ad una soluzione audace schiettamente moderna che si mette in totale contrapposizione con l’invaso spaziale esistente. Tale contrapposizione di stile (antico e moderno) è l’elemento principale del progetto in quanto uno valorizza l’altro e viceversa, oltre ad essere databile e riconoscibile. Reversibile è la copertura con la sua struttura in acciaio smontabile, reversibile è la pavimentazione sollevata dal massetto esistente, reversibile è l’illuminazione adottata per risaltare la cattedrale di sera, reversibili sono le varie pannellature sia esse di carattere espositivo, acustico e oscuranti. Per “fare” un’architettura sostenibile è necessario considerare la molteplicità di aspetti che confluiscono entro il concetto di “sostenibilità”. L’approccio sostenibile al progetto si è basato su due principi, che caratterizzano essenzialmente l’aspetto “ambientale” della sostenibilità: a) l’integrazione tra luogo, natura e architettura; b) l’approccio bioclimatico e le tecnologie per l’uso razionale dell’energia. La copertura è pensata in materiale traslucido, impermeabile e resistente alle alte temperature. La copertura ha un effetto uniforme ma in sezione è divisa in tre diversi moduli sfalsati tra loro in modo da garantire un’ottima ventilazione naturale evitando così l’effetto serra. Apposite pennellature regolabili con un sistema di carrucole e cime direzionano e controllano i flussi d’aria a seconda delle funzioni svolte nella cattedrale. Tutti i materiali utilizzati per la copertura e per gli allestimenti interni sono in materiali riciclabili.
Struttura Copertura
La struttura che sorregge la copertura è composta da profili a “T”in metallo calandrati secondo le sagome progettate sia per l’orditura primaria che secondaria. Per dare maggiore sinuosità alla struttura la struttura primaria viene ricoperta da una lamiera sagomata a sezione variabile opportunamente forati per accogliere il sistema d’aggancio e in grado di resistere alla trazione dei teli forati. Il telo sarà agganciato mediante un cordoncino elastico passante attraverso dei fori con occhielli posti lungo tutto il perimetro del telo e agganciato alla struttura primaria di cui sopra indicato. Il telo utilizzato è il tipo Barrisol TREMPO, composto da una lamina flessibile, a base di policloruro di vinile speciale, che permette l’allacciamento attorno ad un profilo tubolare in modo tale da creare un telaio autoportante. Trempo permette la massima libertà di espressione consentendo la creazione di ambientazioni dal design personalizzato.
Stucchi
Questa fase è molto delicata per il rischio di danni irreversibili ed è importante che l’ operazione si limiti alla rimozione di quanto è inadeguato o dannoso alla conservazione degli stucchi, I trattamenti comunemente impiegati sono l’applicazione manuale di impacchi con materiali assorbenti, l’impiego di resine a scambio ionico e di enzimi, come anche l’utilizzo di strumenti quali nebulizzatori, microutensili manuali, elettrici, ultrasuoni e laser. Nello specifico si effettuerà una pulitura mediante solvente composto da acqua demineralizzata con ammoniaca acetone ed alcool, previa calibratura del solvente ed applicato con compresse di carta. Oltre la pulitura viene applicato un idrorepellente a base di speciali resine silossaniche modificate in solvente. È trasparente ed incolore (IS 510 Fassa Bortolo). Viene utilizzato come protettivo di finitura per applicazioni all’esterno di stucchi decorativi e non modifica la traspirabilità del supporto sul quale viene applicato. Penetra all’interno del manufatto trattato e, non formando alcun film, ne mantiene inalterato l’aspetto.
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